Appalti Ue, migrazione on line entro il 2010


Da Il Sole 24 Ore - Guida agli Enti Locali Numero 21 del 26/05/2007 Pagina 12
Pochi anni ormai ci separano dalla dead line adottata dall’Unione europea per far transitare su Internet tutte le procedure di acquisto delle amministrazioni pubbliche. Precise linee di azione comunitarie spiegano come adeguare prassi, uffici e standard operativi a questo appuntamento
di Domenico Pennone

Entro il 2010 tutti gli appalti pubblici in Europa dovranno transitare su strumenti telematici di acquisto. Questo almeno è quanto dispone l'Action plan previsto dall'attuale normativa in materia di e-procurement in vigore nell'Unione europea. Attraverso l'applicazione delle nuove tecnologie e della comunicazione avanzata, sarà possibile garantire l'introduzione in tutti i Paesi di nuove modalità di spesa. L'e-procurement, nelle aspettative, dovrà garantire un incremento della competitività nell'ambito della pubblica amministrazione europea contribuendo a diminuire le distanze organizzative e tecniche tra i diversi Stati membri.
PIANO DI AZIONE
Nell'aprile 2004 la Commissione europea ha stabilito le direttive-chiave sull'e-procurement, definendo poi un piano di azione per fornire assistenza e guida agli Stati nella fase di implementazione dei servizi. Con il Piano d'azione dell'e-procurement (parte del programma di attività Idabc presentato nel gennaio 2005) l'Unione ha chiarito le modalità da applicare per disciplinare le attività all'interno dei singoli Paesi.
Il Piano e gli allegati a corredo offrono chiarimenti riguardanti gli aspetti legali e contrattuali della materia. Il documento analizza le regole applicabili alle comunicazioni on line sia dal punto di vista operativo che della procedura da osservare nella concessione dei contratti.
Il Piano spiega, inoltre, come la Commissione e i singoli Stati membri possono sfruttare al meglio gli aspetti delle direttive 2004/17/Ce e 2004/18/Ce relative all'approvvigionamento pubblico e propone soluzioni per soddisfare tutte le loro necessità amministrative.
Osservando questi indirizzi è possibile avere la certezza di realizzare una piattaforma corretta e soprattutto in grado di interconnettersi con le altre realtà europee che abbiano seguito il programma. La Commissione avrà l'onere di controllare che gli indirizzi siano seguiti con esattezza al fine di evitare errori o contraddittorie interpretazioni che potrebbero inficiare la buona riuscita dell'intero programma.
PRINCIPI GUIDA
L'Unione europea ha dunque chiarito tutto l'iter da seguire per realizzare un sistema di e-procurement che consente di far combaciare le offerte con le richieste, nel rispetto dei principi di segretezza, equità, tempistica. Sono state anche indicate le forme standard di realizzazione di aste on line, dei sistemi di acquisto dinamici e i profili del compratore.
In particolare sono stati chiariti i principi e le caratteristiche dei processi dell'e-procurement e tutte le regole necessarie per l'elaborazione delle gare e gli accessi ai documenti contrattuali. Infine l'Ue ha ben definito, le principali caratteristiche relative ai sistemi dinamici elettronici utilizzati (aste on line) e le regole concernenti la ricezione di richieste per la partecipazione ai bandi.
Agli Stati membri sono stati dati tempi precisi per recepire le Direttive negli ordinamenti nazionali e soprattutto sono state stabilite le regole che devono osservare nella redazione delle leggi nazionali.
È evidente che l'obiettivo è quello di incoraggiare un modello non centralistico, dove le singole amministrazioni mantengono la propria autonomia verso la selezione dei prodotti e dei fornitori. Il tutto dentro una ben definita piattaforma di regole comuni.
LA VIA ITALIANA
In Italia, in questi anni, pur non esistendo ancora un indirizzo univoco e chiaro e soprattutto applicazioni globalmente condivise, ci si è dati molto da fare. Il Governo italiano, con il Programma di Razionalizzazione degli acquisti nella Pubblica amministrazione, ma soprattutto col nuovo Codice dei contratti pubblici di lavori, di servizi e forniture, procede nella direzione di garantire la diffusione degli strumenti di e-procurement nell'ambito pubblico. Il Programma, avviato già con la Finanziaria dell'anno 2000, si è evoluto nel tempo anche a seguito di numerosi interventi normativi.
Le Amministrazioni pubbliche italiane, soprattutto quelle locali, in questi anni hanno molto lavorato nella direzione dell'adozione di strumenti di acquisto telematico. Questi strumenti sono stati resi, in alcuni casi, abituali nei comportamenti d'acquisto della Pubblica amministrazione.
Anche il contenuto della Finanziaria per il 2007 dà indicazioni che vanno verso il pieno recepimento delle Linee guida europee. La recente legge finanziaria ha, infatti, confermato l'interesse per il Programma di razionalizzazione degli acquisti nella direzione di definire precise disposizioni, promuovendo un modello di procurement nazionale a rete ovvero capace di coinvolgere le Amministrazioni territoriali: Regioni, Comuni e Province.
NORME SUGLI APPALTI
In ogni caso, il riferimento legislativo italiano in materia, resta il decreto legislativo n. 163 del 12 aprile 2006: il cosidetto Codice degli appalti.
Il decreto contiene le nuove norme che disciplinano i contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, in attuazione proprio delle direttive 2004/17/Ce e 2004/18/Ce. La normativa affronta ovviamente anche il tema dell'innovazione nei settori in cui la disciplina nazionale si discostava maggiormente dagli indirizzi europei. Il Codice degli appalti prevede i nuovi istituti degli accordi quadro, del dialogo competitivo e delle aste elettroniche, anche alla luce della scelta non più predeterminata per legge, tra criterio di aggiudicazione del prezzo più basso e criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa.
Il Codice contiene però una norma transitoria, l'articolo 253, con la quale si obbligano le Pubbliche amministrazioni a prevedere, nel caso in cui si scelgano strumenti telematici di comunicazione, il meccanismo del doppio canale, per tre anni dalla sua entrata in vigore. In pratica sarà ancora necessario procedere in contemporanea con i vecchi sistemi anche quando si opera per via telematica.
In questo modo, il legislatore, ha pensato di non introdurre meccanismi di restrizione della partecipazione alle procedure di gara in seguito all'adozione di scelte tecnologiche troppo sofisticate. Eppure la Commissione europea si era preoccupata di quest'aspetto. Nelle Linee guida si chiariva che bisognava avvalersi delle tecnologie più idonee e diffuse, tra l'altro specificamente individuate.
Nei documenti europei sono altresì contenuti una serie di principi che prevedono un equiparamento completo fra il cartaceo e l'elettronico.
Se si osservano le direttive, l'elettronico, non si dovrebbe utilizzare più soltanto in determinati casi predefiniti e circostanziati, ma in qualsiasi occasione, costituendo una procedura definitivamente alternativa al cartaceo.
Evidentemente le linee guida non sono state ancora ritenute sufficienti a garantire nel nostro Paese la massima concorrenza. Probabilmente si è ritenuto che l'Italia non fosse ancora pronta in questo settore a una scelta definitiva verso le nuove tecnologie. In ogni caso, grazie a questa adozione parziale, il legislatore italiano ha di fatto sospeso il pieno utilizzo telematico delle procure di gara.

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