I cento passi...indietro. L'assurda sentenza della Corte d'appello di Palermo che ha dichiarato estinta per prescrizione la pena inflitta a Vito Badalamenti


Hanno ucciso Peppino Impastato una seconda volta e con lui la speranza di avere giustizia nel nostro paese.
Con un provvedimento di poche righe la prima sezione della Corte d'appello di Palermo ha dichiarato estinta per prescrizione la pena inflitta a Vito Badalamenti, figlio del boss di Cinisi (Palermo) Gaetano Badalamenti, uno dei capi storici della mafia siciliana, inserito nella lista dei dieci latitanti più pericolosi del ministero dell'Interno.
Badalamenti jr è ora un uomo libero senza più alcun mandato di cattura.
Condannato a soli sei anni di reclusione, nel maxiprocesso-quater, l'ultimo dei giudizi istruiti dal pool di Falcone, Borsellino, per sfuggire alla cattura, si diede alla latitanza, nel 1995: fu condannato in contumacia, e la pena nei suoi confronti divenne definitiva il 17 dicembre 1999.
I difensori di Don Vito hanno atteso dodici anni, il doppio della pena inflitta, e poi  hanno chiesto ai giudici di Palermo di dichiarare estinta per prescrizione la pena stessa. Lo stesso sistema utilizzato da dai legali del processo per la strage di Primavalle, in cui gli assassini di Stefano e Virgilio Mattei si salvarono proprio grazie al fatto che la pena fosse rimasta "ineseguita" per oltre trent'anni.
Don Vito è ricordato soprattutto per le gesta del padre Gaetano Badalamenti di cui si dice abbia preso il posto. Gaetano fu condannato tra l'altro in contumacia, per l'omicidio di Peppino Impastato. 
Un omicidio che oggi ci tocca rivivere, ancora, e con dolore. Il tutto grazie alle assurdità del nostro sistema giudiziario.

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