WEB 2.0 la community della PA


Da "il manifesto" inserto speciale E-GOV e PA
di Domenico Pennone

"Io mi accontenterei di trovare le informazioni che cerco in un sito della Pubblica Amministrazione. Gli esperimenti sono proprio l'ultima cosa di cui dovrebbero preoccuparsi...”. Questo post scovato in uno dei tanti blog indipendenti riassume l'atteggiamento diffidente dell'utenza evoluta di fronte ad alcuni "timidi tentativi" di introdurre il cosiddetto web 2.0 nella comunicazione online della Pubblica amministrazione. Atteggiamento diffidente dovuto anche al tortuoso percorso di alfabetizzazione informatica seguito dalla Pubblica amministrazione in questi anni. Un percorso che in qualche caso ha si provato a rispondere alle sempre più complesse ed esigenti richieste di interattività da parte del cittadino–utente ma che in gran parte ha prodotto solo acquisto di tecnologie costose e troppo spesso poco utili. Un percorso che forse oggi è possibile invertire anche senza grandi investimenti puntando sempre di più sulla partecipazione dei cittadini grazie agli strumenti offerti da quella tecnologia ormai universalmente definita web 2.0.Intanto bisogna precisare che il web 2.0 generalmente indica una forma di web evoluta rispetto ai tradizionali elementi del mondo internet. Il naturale superamento insomma dei siti con pagine statiche (a cui ci ha abituato da sempre la pubblica amministrazione) i cui contenuti avevano un aggiornamento per quanto possibile periodico. Ciò che è definito come web 2.0, si caratterizza, infatti, essenzialmente per tre elementi: interattività, socialità, miglioramento dell'esperienza degli utenti nel fruire dei servizi. Il web 2.0 insomma più che una tecnologia è una svolta nelle modalità con cui le informazioni girano nella rete ed è frutto di due importanti novità: il raggiungimento di una fase matura della tecnologia che sta finalmente manifestando il vero potenziale del mezzo e la maturazione a sua volta degli utenti chiedono di più al web e provano a generare e organizzare in autonomia i contenuti distribuiti.Bisogna in ogni modo dire che questi "timidi tentativi" realizzati da alcune intraprendenti amministrazioni pubbliche sono per ora ancora inadeguati e i prodotti inevitabilmente trascurati dagli utenti se non, come abbiamo visto, apertamente contestati. Il Comune di Torino ad esempio ha avviato una serie di servizi che definisce web 2.0. Il progetto "cambiaTO" (esperimento a cui si riferiva il post citato), in particolare, è la versione 2.0 del portale torinese. Il sito funziona come una sorta iGoogle (la pagina personalizzabile del motore di ricerca). "CambiaTO" propone in pratica agli utenti di modificare la propria start page web personale con il sito del comune, arricchendola di tutta una serie di canali di news (Feed) e di widget legati alle iniziative del comune stesso.Il sito, ricco di tecnologia AJAX, fa a cazzotti sia con le norme italiane in termini di accessibilità che con la compatibilità di alcuni Browser ma appare comunque come un esempio pregevole di utilizzo tecnologie innovative e un buon tentativo d’affiliazione dell'utenza. In Emilia, dove la pubblica amministrazione tradizionalmente punta molto di più sulla partecipazione dei cittadini, si registrano poche iniziative di rilievo in direzione 2.0. Gli esperimenti più interessanti si concentrano su soluzioni che si basano su sistemi più tradizionali di CRM interattivi (Strumenti in cui i protagonisti dovrebbero essere i cittadini/utenti che accedono a servizi erogati in una logica per quanto possibile multicanale). I risultati, però, realmente funzionanti per ora si limitano ai tradizionali forum e mailing list (tipici della rete civica iperbole). Degno di nota l'innovativo Unox1 della rete civica Monet di Modena. Unox1 è uno spazio web in cui è possibile registrarsi per ricevere le informazioni desiderate e personalizzate ma anche ottenere on-line risposte in base a parametri scelti dall'utente.Anche il comune di Venezia ha annunciato recentemente la sua sfida al Web 2.0. "Amministrare 2.0", così si chiama il progetto lagunare che punta su un nuovo approccio mentale da parte del dipendente pubblico. L'idea è che è proprio dal dipendente pubblico che si deve partire per innovare la PA dal suo interno. Il pubblico dipendente dovrebbe trasferire al lavoro le competenze informatiche e tecniche di cui quotidianamente si avvale nel privato. Grazie a queste competenze distribuite dovrebbe essere possibile dare avvio ad un rete sociale fatta di partecipazione attiva e dinamismo interattivo. Qualcosa si muove in questo versante anche al sud. Le Regioni Abruzzo, Molise e la Provincia di Napoli stanno lavorando alla realizzazione di strumenti di produzione e acquisizione di video trasmessi poi via web. Insieme al Formez, all'Ordine dei giornalisti e al Dipartimento della funzione pubblica queste amministrazioni contribuiscono al progetto "la PA che si vede". Una sorta di youtube pubblica in cui raccogliere in un unico contenitore i prodotti multimediali liberamente realizzati dagli aderenti.Non "della" Pubblica Amministrazione ma "per" la Pubblica Amministrazione è invece il progetto "SaperiPA" promosso dal ForumPA. ForumPA è un progetto dell'Istituto Mides organizzatore dell'annuale importante Mostra Convegno dei servizi ai cittadini e alle imprese realizzata in collaborazione con il Ministro per le Riforme e le Innovazioni. SaperiPA è essenzialmente un portale in cui viene archiviato, classificato e reso fruibile il vasto patrimonio di saperi e conoscenze sulla PA, aperto al contributo degli utenti. Una sorta di grande “enciclopedia” non formalizzata, una “wiki” sui processi d’innovazione e modernizzazione della Pa.Ma nonostante qualche eccellenza (non potremmo citarle tutte) poche restano comunque le esperienze degne di nota. Sicuramente però l'attenzione sta crescendo e con questa la diffusione del web 2.0 tra gli utenti italiani.Una straordinaria opportunità si sta insomma aprendo per le Pubbliche Amministrazioni: l'occasione di sfruttare quell'intelligenza collettiva sempre più attiva e protagonista nella rete per recuperare credibilità ed efficienza.Per sfruttare quest’occasione occorre, però pensare ad interventi che non siano di mera facciata ma che sappiano realmente coinvolgere gli utilizzatori. Va bene aprire blog o spazi di condivisione e servizi personalizzati sui siti istituzionali ma questo non basta. Perché il web 2.0 esista occorre che ci siano gli utenti ad alimentarlo. Il successo delle applicazioni web 2.0 sta nella loro semplicità d’uso, nella loro efficacia ma anche nella rapidità e capacità dei sistemi di automigliorarsi. Tutto questo è realizzabile solo grazie ad una vera massa critica d’utilizzatori. Il vantaggio e il valore delle applicazioni web 2.0 sta proprio dunque nella sua capacità di coinvolgere la comunità nella generazione dei contenuti.Allora, l'unica soluzione per la PA è quella di provare a creare finalmente una comunità di utenti, fatta di gente che partecipa e contribuisce e non solo di visitatori occasionali delle proprie pagine web.Una comunità capace di alimentare il sistema grazie sì agli applicativi ma anche e soprattutto alle relazioni sociali generabili on line.

Commenti

Unknown ha detto…
Salve, chi le scrive è uno studente siciliano della Provincia di Palermo, laureando in Economia e Finanza presso l’Università di Palermo (con tesi sui correttivi ai sistemi elettorali).

Da anni, insieme ad un gruppo di giovani universitari e lavoratori, siamo impegnati nel nostro territorio (Balestrate –PA- e dintorni) con varie associazioni di volontariato, associazioni culturali e sportive, realizzando diverse manifestazioni che hanno avuto eco a livello nazionale



Carnevalandia- Il Carnevale per i bambini e per il sociale www.carnevalandia.org
Contaminazioni –Rassegna d’arte contemporanea http://www.contaminazioni07.it/
Ventu di scirocco – Rassegna sulla sicilianità
Seminario “Legge elettorale: una riforma necessaria? http://www.radioradicale.it/scheda/239752/legge-elettorale-una-riforma-necessaria
Di@logando con... -Interviste on line a personaggi del mondo della politica


Fra pochi giorni sarò nominato assessore comunale del mio paese e vorrei chiedere la delega all'informatizzazione e all'innovazione della PA, argomenti quasi tabù nel nostro piccolo paese...spero di riuscire a dare una svolta in questo settore e vorrei chiedere a Lei, un vero e proprio punto di riferimento del settore, cosa mi consiglia come primi atti da realizzare nel mio prossimo incarico da amministratore



Sperando di fare cosa gradita, saremo lieti di invitarLa agli eventi organizzati dalle nostre associazioni





Cordiali saluti



Vito Rizzo

balestratese@hotmail.it
Carissimo Vito,
intanto mi permetto di darti del tu perché in rete in genere si usa cosi'.
Non è facile dare una risposta senza conoscere la reale situazione organizzativa del vostro comune. In ogni caso il vero problema in tema di innovazione nella pubblica amministrazione è che nonostante le leggi troppo spesso si perde d vista in vero problema che abbiamo di fronte ovvero il rispetto dei diritti dei cittadini . Ovvero in primo luogo rendere le PA efficienti e trasparenti. Io lavorerei dunque innanzitutto per consentire ai dipendenti di operare
efficacemente su una buona intranet e poi mi occuperei subito dopo di rendere accessibile all'esterno il lavoro prodotto.
Felice di essere invitato alle vostre iniziative, da meridionale sono certo che è possibile recuperare ancora efficienza e credibilità da parte delle istituzioni, soprattutto se affidate a giovani bravi e onesti.
Auguri e buon lavoro
Mimmo Pennone