Elezioni e socialmedia, politici impreparati e incapaci si affidano al fai da te o ad imbroglioni con il risultato di allontanare la politica da internet.


Non esistono ricerche ufficiali Italiane su quanto i social media saranno realmente determinanti nella prossima campagna elettorale..
Se vogliamo, però, comunque, provare a capire quanto effettivamente lo saranno, ovvero provare a misurare quanto Facebook, Twitter, YouTube  etcc condizioneranno le prossime elezioni italiane non possiamo che  basarci su ricerche americane, paese dove l'attenzione al fenomeno sicuramente è superiore. 
Per il Pew Research Center,  l’impatto delle strategie comunicative e delle campagne ‘social’  e sugli orientamenti politici e le attività degli utenti bersaglio americani è ancora «modesto». 
In particolare, solo il 16% degli oltre 2.250 iscritti interpellati da Lee Rainie e Aaron Smith sostiene di aver cambiato parere su una questione politica dopo averne discusso o letto su un social network. 
Il l 9% dichiara di essere addirittura meno, e non più, politicamente «coinvolto» dopo un contatto in rete.
Il rapporto pubblicato dalla World Wide Web Foundation, "Web Index 2012" , di Tim Berners-Lee, punta invece sul raffronto delle situazioni nei vari paesi.
Secondo questo indicatore, che misura il grado di penetrazione del digitale in termini infrastrutturali, ma anche socio-economici e politici, esisterebbe una differenza sostanziale tra Stati Uniti e Italia proprio per quanto riguarda l’impatto politico di Internet sulla società.
Negli States, il valore ottenuto è 92.54 su 100; per l’Italia, invece, solo 47.33 su 100
Inoltre ll’84% degli iscritti a Social Network dice di aver postato «poco o nulla» a carattere politico.
Insomma dati americani e comparazioni con il nostro paese dovrebbero dirci che i Social Media non saranno da soli ancora determinati per le elezioni prossime venture. 
Ma questo non significa che non possano fare la differenza, soprattutto per i singoli candidati.
Ma la politica, i partiti e i candidati nel nostro paese sono pronti comunque ad affrontare la sfida?
M5S a parte ( che merita un discorso diverso ) quello che si vede in giro è più o meno un "fai da te" molto raffazzonato. 
Politici locali, o anche nazionali non leader, che superano ad esempio i 200 followers in Twitter si contano sulle dita della mano. 
Le pagine FaceBook di deputati, senatori e soprattutto di amministratori locali, quando non sono desolatamente abbandonate, somigliano a dei tristi muri di periferia, pieni di manifesti propagandistici osceni, frequentate da pochi affiliati troppo interessati.  
E non potrebbe essere altrimenti, visto che questi signori, salvo alcune rare eccezioni, pensano di affrontare un terreno così difficile senza impegno o affidandosi e degli "stracciafacenti" in gran parte incompetenti. Nei casi peggiore a dei veri imbroglioni.
Insomma, anche nei Social Network, come avviene ormai da anni nelle strade e nelle piazze, i politici sono nella gran parte dei casi incapaci di dialogare con i propri elettori.  Non gli resta insomma che giocarsi la solita carta delle clientele. 
Ecco, questo è il vero rischio che corriamo in queste elezioni, che la rete, grazie a questa incapacità e presuntuosa sufficienza, rifiuti, rigetti, come già avviene nelle piazze, la politica e chi pretende di rappresentarla. Politici senza idee o anche quelli con idee buone ma comunque incapaci di usare i nuovi media stanno creando una nuova frattura tra loro e i cittadini e questa volta nell'ultima frontiera delle piazze telematiche.

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