OPENDATA e Civic hacking se la Pubblica Amministrazione non apre ai dati liberi ci pensano gli utenti.




Estratto da" Dati aperti e portali per una Pa senza ombre " articolo pubblicato sul Sole 24 Ore Gel di Domenico Pennone.
Rendere i dati accessibili a chiunque in base al principio secondo cui, tutte le attività dei governi e delle amministrazioni dello stato devono essere aperte e disponibili per favorire azioni efficaci e garantire un controllo pubblico sul loro operato. Favorire la trasparenza e l’innovazione nella PA, consentendo ai cittadini ed alle imprese di fruire in modo semplice e intuitivo del patrimonio informativo disponibile. Contenere la spesa pubblica rilanciando l'interesse delle aziende a sviluppare soluzioni tecnologiche innovative.
Sono questi gli obiettivi posti alla base dell’operazione “Open Government, dati aperti e App" lanciata con la presentazione del nuovo sito www.dati.gov.it e presentata lo scorso 18 ottobre presso la sede del Dipartimento della Funzione Pubblica.

Il portale e l’intera operazione “Open Government, dati aperti e App" fa seguito alle azioni del governo avviate da qualche tempo nel campo della diffusione dei “Dati aperti”. Questo percorso, iniziato un anno fa con alcune attività sperimentali, come quella legata al progetto MiaPA, ha portato, per il momento, alla pubblicazione del primo database in formato aperto degli indirizzi della pubblica amministrazione (RubricaPA) e alla definizione e alla diffusione della licenza Italian Open Data License v1.0 per la pubblicazione dei dati da parte delle diverse pubbliche amministrazioni..
La diffusione dei principi dell'Open Data in Italia è legato soprattutto alle attività di nucleo di sperimentatori e d’innovatori riunito nell’Associazione Italiana per l'Open Government.
“L’Open Government (letteralmente "Governo Aperto”) - si legge nel documento costitutivo dell'associazione - è innanzitutto una dottrina secondo cui l'amministrazione deve essere trasparente a tutti i livelli e consentire un controllo continuo del proprio operato mediante l’uso delle nuove tecnologie”. “Un'amministrazione che intavola una costante discussione con i cittadini, in modo da sentire quello che hanno da dire, e che prende decisioni basate sulle loro necessità”.
E non è un caso che proprio dall’interno di quel movimento nascono anche le maggiori critiche al ritardo con cui il processo di liberalizzazione dei dati si sta affermando concretamente dentro la pubblica amministrazione.
Premesse normative a parte e nonostante l'enfasi dedicata al tema, le esperienze concrete di diffusione e messa in comune di dati aperti della pubblica amministrazione restano ancora assai poche e hanno tutte carattere ancora di sperimentazione.
In alcuni casi, addirittura, gli esempi di diffusione organizzata più interessanti, dei dati pubblici, sono legate ad azioni come quelle del cosiddetto civic hacking.  Percorsi alternativi per la liberazione dei dati pubblici, posti in essere da soggetti non pubblici, che sono in grado di accedere alle informazioni presenti sul server della PA, estrarle e predisporne i contenuti per un riutilizzo “più creativo”.
Tra questi va segnalato sicuramente il portale spaghettiopendata http://www.spaghettiopendata.org/.
Il sito è il risultato del lavoro di molti utenti che hanno segnalato links a dati pubblici già disponibili e riorganizzati secondo precisi criteri di ricerca. Il sito stesso è in formato “open” ed è realizzato interamente con lavoro volontario. “Il sito non ha alcuna ambizione - sostengono gli autori - che non sia quella di fornire un punto di entrata provvisorio ai dati pubblici italiani in attesa che siano resi Open Data e ai pochi Open Data italiani esistenti”.
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