CIVIT, la risposta di chi resta

- La risposta degli altri quattro membri della commissione CIVIT con una lettera a “La Repubblica”

Illustre Direttore,

Le dichiarazioni di Pietro Micheli, che hanno accompagnato le sue dimissioni dalla Civit, pubblicate su Repubblica del 16 gennaio, lasciano perplessi e meritano alcune brevi precisazioni.
La Commissione, nel primo anno dalla sua istituzione, ha lavorato sodo, convinta ctà verrà fornito entro la fine del mese al Governo, come prevede la legge. Il dato di fatto è che le oltre cento delibere e l’ampio materiale tecnico prodotto, i rapporti allacciati con gli altri protagonisti della riforma, puntualmente documentati su www.civit.it, hanno disegnato il quadro di riferimento fondamentale, voluto dalla legge, nei tre settori di competenza della Commissione: trasparenza, performance, servizi pubblici. E’ stata così avviata l’attuazione del processo riformatore che dovrà essere realizzato dalle singole amministrazioni, con l’assistenza e sotto il monitoraggio della Commissione.
L’introduzione e il pieno funzionamento di questi meccanismi di valutazione e trasparenza, come chi ha studiato e lavorato all’estero ben sa, richiedono molti anni; e la stessa legge prevede che una prima valutazione dell’operato della Commissione e della riforma vada fatta dopo cinque anni. Lavorare con le pubbliche amministrazioni richiede conoscenza delle regole e dell’architettura giuridico- istituzionale (ciò che gli economisti attenti alla realtà definiscono “analisi del contesto”) e, in particolare, richiede esperienza e conoscenza delle pubbliche amministrazioni italiane. La pretesa di applicare modelli astratti, tratti meccanicamente dal privato, da singole esperienze di altri Paesi o da qualche buon libro, unitamente alla pretesa di fare in fretta, non può dare buoni risultati. Impegno, pazienza e lavoro quotidiano, insieme alla capacità di applicare e adeguare tecniche e modelli astratti alla realtà in cui si opera, sono gli elementi necessari per provare seriamente a raggiungere l’obiettivo di migliorare il sistema amministrativo italiano.
Così come con il lavoro quotidiano e con i fatti si risponde ai tentativi di ingerenza della politica: perché l’indipendenza non viene dall’esterno , ma si conquista e si pratica ogni giorno.

Antonio Martone, Luciano Hinna, Filippo Patroni Griffi, Luisa Torchiahe le scarsissime risorse effettivamente a disposizione richiedessero, in primo luogo, un rafforzato impegno istituzionale, sul piano individuale e collegiale. Il resoconto di questa attivi

Commenti