In arrivo centrali locali per acquisti “su misura”


Da Il Sole 24 Ore - Guida agli Enti Locali Numero 21 del 26/05/2007 Pagina 8
Dopo una stagione pionieristica che ha visto prevalere la gestione associata degli acquisti, l’e-procurement inizia a sperimentare lo sviluppo di centrali locali di acquisto che permettono di ritagliare gli approvvigionamenti sulle esigenze effettive degli utenti senza però rinunciare alle economie di scala
di Domenico Pennone

Gli orientamenti e gli indirizzi di politica economica, in materia di acquisto, sembrano stretti da una duplice e contrastante esigenza: da un lato, quella di garantire una maggiore economicità, dall'altro quella di tutelare l'autonomia degli enti territoriali periferici. In questi anni ci si è spesso chiesto se sia meglio inseguire le economie di scala, concentrando gli sforzi della Pubblica amministrazione attraverso le cosiddette centrali di acquisto, o non sia più utile lasciare maggiori margini di autonomia a ogni singola struttura periferica, a ogni Ente locale, assicurando così una maggiore flessibilità.
Dopo varie oscillazioni, è stato raggiunto un punto di equilibrio e assestamento incardinato su questo schema: obbligatorietà di ricorrere ai beni e servizi presenti nella convenzione Consip per tutti gli uffici periferici dello Stato, ad esclusione delle istituzioni scolastiche; possibilità di agire in piena autonomia per gli Enti locali seppure nel rispetto dei parametri prezzo qualità previste nelle convenzioni della Consip.
L'impulso decisivo alla cultura dell'associazionismo arriva, però dal nuovo Codice degli appalti (il cosiddetto Codice De Lise) che non solo legittima pienamente il lavoro svolto da Consip in questi anni, ma apre la possibilità a forme di gestione associata anche su scala locale.
Riprendendo una previsione della norma, già contenuta nella direttiva n. 2004/18/Ce, il Codice degli appalti apre alla possibilità che le funzioni di acquisizioni di beni, servizi e lavori, possono essere eseguiti attraverso “centrali di committenza” che stipulano accordi quadro anche attraverso consorzi di enti.

COMPRARE DECENTRATO
Il tema è ripreso anche nell'ultima finanziaria che, al comma 455, dà impulso alle costituzioni di centrali di acquisto regionali.
L'esperienza di questi anni, se da un lato ha dimostrato il notevole vantaggio in termini di risparmio degli acquisti effettuati in forma centralizzata, ha anche evidenziato la necessità di implementare il processo di razionalizzazione degli acquisti estendendolo a settori nei quali non era possibile procedere a livello nazionale.
In altre parole ci si è resi conto che, secondo la tipologia di acquisto, è opportuno individuare gli ambiti territoriali più idonei per conseguire economie di scala e nel contempo garantire una copertura territoriale capillare e proporzionata al servizio svolto.
Inoltre, la creazione di strutture articolate territorialmente, su iniziativa diretta degli enti interessati, può contribuire nel contempo sia all'esaltazione del ruolo d'autonomia degli enti che allo sviluppo spontaneo della cultura dell'associazionismo che si rileva particolarmente nel settore degli acquisti. Tappa obbligata per ogni processo di razionalizzazione.
I vantaggi sono indubbi. Si pensi ai benefici di un'attività di acquisizione di beni e servizi in forma associata in alcuni settori lasciati scoperti da Consip nei quali una gestione su base regionale o anche provinciale potrebbe contribuire a fortemente alla razionalizzazione.
La gestione associata degli acquisti diventa particolarmente rilevante soprattutto nel settore dei servizi. In questo settore, la convenienza legata alla possibilità di ottenere dal mercato condizioni maggiormente favorevoli, in virtù di alti volumi di spesa, contribuisce sicuramente al raggiungimento di migliori standard qualitativi complessivi per le varie pubbliche amministrazioni. Si pensi ad esempio alla notevole difficoltà incontrata dagli enti nel trasferimento dei rischi al mercato assicurativo. Si tratta di una difficoltà che inizia già nella fase di elaborazione del proprio piano dei rischi.
Oltre alle polizze da stipulare obbligatoriamente per legge, bisogna, infatti, definire, in questa fase, quali sono gli effettivi rischi legati all'azione amministrava di un Ente locale e soprattutto quali di questi conviene collocare sul mercato e quali, invece, “ritenere” per se stessi.
Difficoltà che continua nella fase di ricerca delle migliori condizioni di mercato. Un mercato scarsamente concorrenziale e orientato a ragionare su posizioni oligopolistiche molto rigide e scarsamente flessibili alle effettive esigenze del cliente.
Un mercato dove non è per niente chiaro quale sia il vero potere contrattuale del singolo Ente locale.

FRONTE ASSICURATIVO
Tuttora, per fare un esempio, non esiste ancora, nel mondo assicurativo italiano, una polizza ritagliata sulla necessità - fra l'altro derivante da un obbligo di legge - di assicurare i rischi legati alla progettazione delle opere. Va aggiunto che molti Enti locali sono tuttora in ostaggio di agenti locali che impongono il prodotto della compagnia che rappresentano.
È conseguente che un intervento di razionalizzazione in questo settore, che coinvolge sicuramente la totalità degli Enti locali, deve prevedere le seguenti fasi d'intervento:

elaborazione del piano dei rischi generale degli Enti locali derivanti da obblighi di leggi;
individuazione di tipologie di rischio più specifiche e quindi opzionali;
definizione di polizze tipo per i vari rami assicurativi;
individuazione delle migliori condizioni di mercato al fine di definire una serie di convenzioni per le coperture assicurative.
La soluzione potrebbe essere proprio la creazione di una struttura di consulenza con personale specializzato in grado di fornire a ogni Ente locale il supporto tecnico necessario al fine di gestire i propri sinistri, monitorare l'andamento degli stessi e quindi definire la propria strategia di risk management.

SERVIZI STAMPA
Un altro esempio indicativo riguarda i servizi di stampa. Pochissimi sono gli Enti locali che hanno definito un proprio schedario degli stampati e dei prodotti tipografici. Moltissimi sono invece gli enti che, per la stampa di un semplice manifesto per segnalare una manifestazione, devono rincorrere la tipografia disponibile a produrre il prodotto richiesto in pochi giorni. Ancora meno quelli che sono riusciti ad ottimizzare i costi di stampa in funzione delle effettive esigenze quantitative sfruttando ad esempio i vantaggi della grafica digitale. Anche in questo caso, un unico centro di spesa locale potrebbe offrire soluzioni eccezionali, sia in termini di risparmio, che di qualità delle produzioni.
Argomenti a favore dello sviluppo di strutture locali di gestione associata degli acquisti quindi non mancano di certo. Come non mancano le leggi regionali che individuano questa strategia come prioritaria. Ancora una volta, però, il successo di questa “strategia” sarà determinato dalla reale volontà di cedere un piccolo pezzo di “sovranità” sacrificandola sull'altare dell'economicità, dell'efficienza e dell'efficacia.

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