Il ritorno dell'incredibile URP!

Un po in ritardo ma ve lo meritate...
Ovvero, un altro COMPA si è consumato.
I cacciatori di gadget giravano molto più spazientiti del solito. Le piccole ed inutili prede fatte di soliti blocchettini di carta, ridicoli cappellini con i loghi di enti locali e penne che non scrivono mai erano quasi del tutto introvabili. Segno ormai evidente che le ristrettezze economiche di bilancio hanno finalmente intaccato il settore oscuro della comunicazione cosiddetta istituzionale. I dipendenti pubblici premiati e in libera uscita però erano ancora in tanti ad affollare i ristoranti della dotta Bologna. In pochi duravano tra gli stands piu di 3-4 ore.
Anche questo anno insomma, il salone della Comunicazione istituzionale di Bologna, voluto ed organizzato dall’associazione dei Comunicatori Pubblici http://www.compa.it/ , si è mestamente consumato. Per carità, di dibattiti e di presenze ministeriali ce ne sono state. In qualcuno si è anche discusso con accanimento. Ma le idee? Le novità? Io, che non ne manco uno di saloni, da quando è nato questo appuntamento, non ne ho viste! Presenti i soliti uffici URP che si affannano a trovare il modo più innovativo per parlare con un utenza che li ignora e restano sempre di più deserti, mentre le segreterie degli Assessori sono costrette ad infoltire il loro personale. Gli uffici stampa fatti da personale sempre più incazzato per un legge dello stato (150/2000) che nessuno vuole applicare impedendo la sigla di un contratto che tutelerebbe la loro professione e forse anche i cittadini, presenti! Insomma, nulla di nuova a Bologna. Nulla di nuovo, anzi molto di vecchio. Soliti siti vetrina, solite newsletter che hanno più collaboratori che lettori, solite campagne per spiegare come il comune fa bene il proprio lavoro. E l’e-democracy? E il contatto diretto col cittadino? Possibile che ne dalle aziende ne dai comunicatori pubblici viene un idea intelligente che non sia la riproposizione della vecchia solfa riciclata da 10 anni? E l’università dov’era? Non è forse ricerca anche trovare soluzioni civili e veramente innovative per avvicinare i cittadini alle istituzioni?
Probabilmente la comunicazione pubblica non ha più bisogno di saloni e di fiere, anche perché c’e’ ben poco di nuovo da presentare, ma di laboratori. Si laboratori, dove magari operatori diretti, docenti e aziende e perché no qualche associazione perbene di consumatori insieme studio e sperimentino nuove soluzioni e magari qualche idea buona potrebbe venir fuori. I politici? Be quelli magari per ora meglio lasciarli fuori…

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